Lo scoppio della pandemia nel 2020 ha riorientato le priorità delle persone e spostato il focus di interessi, rivalutando l’importanza della sostenibilità nei diversi ambiti delle scelte di vita (anche delle scelte finanziarie individuali e societarie, che sono in fondo costituite da persone).
Per questo dunque i consumi e le abitudini dei consumatori, da tre anni a questa parte, hanno promosso azioni economiche maggiormente sostenibili, e di riflesso, anche le scelte finanziarie che hanno avuto attenzione ai criteri ESG sono state premiate da performance migliori, come dimostrano i risultati di indici ESG dal 2020 in poi, ma come dimostra anche il recente report di Goldman Sachs e il successo della Sustainability Week di Euronext.
La strada da percorrere, però, è ancora lunga, perché i benefici derivanti dagli investimenti ESG sono per definizione a lungo termine: la collettività trarrà giovamento dalla riduzione delle emissioni climalteranti quando il contenimento di queste diventerà rilevante non solo da determinare un risparmio energetico ma anche tanto da ridurre, ad esempio, l’incidenza di patologie respiratorie nel bacino padano o lo spreco di materie prime, come rifiuti destinati all’incenerimento in seguito alla promozione dell’economia circolare.
Allo stesso modo, interventi di manutenzione alle infrastrutture, quelle idriche in primis per un più attento uso dell’acqua, vedranno i propri benefici nel tempo: a partire da un minor impatto dei fenomeni climatici estremi, come siccità e alluvioni, e dunque anche una più contenuta incidenza sul sistema collettivo e assicurativo e da una maggior valorizzazione di un bene scarso e prezioso come l’acqua.
In aggiunta, investimenti nella diffusione della formazione e istruzione per una comunità maggiormente plurale e inclusiva portano il vantaggio di una maggior diversità nei talenti, nei pensieri e nelle governance collettive.
Gli investimenti ESG, dunque, possono portare vantaggi rilevanti all’intero paese, grazie alle positive esternalità di cui beneficia l’intero sistema, con un orizzonte temporale più lungo di qualche anno e al contempo benefici per lo più certi: il beneficio di un pannello solare, o di un investimento volto al risparmio energetico (come il cappotto termico a un edificio), è facilmente misurabile e il risparmio è altrettanto stimabile in termini finanziari.
In questi anni in cui l’inflazione sta erodendo il risparmio privato degli italiani, non ci si può limitare alle classiche risposte tradizionali, ma è necessario che si avvii un sistema virtuoso che coinvolga collettivamente i diversi soggetti della nostra comunità: il settore dell’energia, delle infrastrutture, del credito, delle assicurazioni, della gestione del risparmio devono essere coinvolti, con lo Stato a fare da regia, per mettere in campo un virtuoso meccanismo, in cui il risparmio degli italiani (il nostro “petrolio”) venga inserito in un ciclo di sostenibilità.
Un vantaggio collettivo di cui lo Stato deve farsi promotore per far sì che le stesse esternalità positive a lungo termine, legate ad investimenti ESG (in termini di risparmio energetico, idrico, delle materie prime e dei risparmi dei costi legati a interventi in emergenza), abbiano ricadute positive per i risparmiatori italiani, a differenza di quegli investimenti che hanno impatti o riflessi neutri o, peggio, negativi dal punto di vista della sostenibilità.